A BS stanno sulle scatole le “toghe rosse”. Anche a me le toghe rosse fanno venire l’orticaria … E, quindi, lo ammetto fin d’ora, sono prevenuto. Vi invito, dunque, a non favi influenzare da ciò che scriverò ed a farvi un’idea autonoma. Anzi, facciamo così: io sono l’accusatore e voi i giudici; manca solo la difesa. Chi si offre?
Cominciamo con il dire che BS, come al solito, si lancia in una serie di invettive che lasciano il tempo che trovano e che non meritano alcun commento. Aggiungo, a dimostrazione della pretestuosità degli argomenti, che la collega Gandus viene attaccata in maniera virulenta per avere sottoscritto nel 2006 un appello in cui si chiedeva la modifica di tutta una serie di leggi approvate durante la legislatura 2001-2006. Quell’appello l’ho firmato anch’io, oltre ad un vasto numero di colleghi iscritti in correnti c.d. “moderate”. In esso il nome di BS non viene fatto, per cui non vedo come si possa dire che chi lo ha firmato era un suo “nemico”. Vi si chiede, fra l’altro, l’abolizione di leggi che, poco dopo, vennero sonoramente bocciate dalla Corte Costituzionale (la legge "Pecorella", sul divieto di appello per il PM). Quanto alla specifica sentenza Mills, dico solo che, il fatto che sia stato condannato Mills non implica, necessariamente, che il Tribunale avrebbe condannato anche BS. Difatti, stando ai resoconti giornalistici, mi pare di capire che non sia facile provare che sia stato BS a dare l’ordine di pagamento in favore di Mills. Mi sto basando su mere supposizioni, non ho letto la sentenza. Giusta o sbagliata che sia, saranno i successivi gradi di giudizio a stabilirlo. Dunque, nessun dubbio da parte mia sull’integrità morale ed onestà intellettuale della collega Gandus. In questo senso le va anche la solidarietà da parte mia, ma questa solidarietà si ferma qui. Si ferma qui, per il semplice fatto che una sentenza, oltre che giusta, deve essere credibile agli occhi del condannato e dell’opinione pubblica.
Da questo dato dobbiamo partire.
Prima di tutto è necessario fare una premessa sistematica. In tutti gli stati liberali, l’indipendenza del Giudice è, in linea di principio, garantita, ma ogni sistema ha le sue peculiarità. Ci sono sistemi che “tollerano” una certa vicinanza e financo osmosi tra la politica e la giustizia, osmosi che si accompagna ad una notevole ingerenza della politica nella giustizia, sia nelle sue decisioni, sia nella scelta dei soggetti di vertice della magistratura. Ad esempio, in Germania, non fa scandalo che vi siano magistrati iscritti a partiti politici, e la nomina dei vertici giudiziari passa attraverso i presidenti e ministri della giustizia dei singoli Länder. Un po’ come se il procuratore di Milano venisse nominato da Formigoni e quello di Bari da Vendola. Oltretutto, quanto meno sulla carta, il Pubblico Ministero dipende dal Ministro della Giustizia del singolo Land. Il nostro sistema, così come delineato dalla Costituzione, ha una filosofia di base diversa. La magistratura è completamente autonoma rispetto al potere politico. Nessun magistrato ha un superiore gerarchico che possa influire sulle sue decisioni, tanto che si parla di un c.d. “potere diffuso” cioè incarnato da ogni singolo giudice. Anche sulla nomina dei vertici degli uffici non c’è nessuna ingerenza politica. Essa viene fatta dal CSM, organo composto per due terzi da magistrati. Che, poi, i magistrati non siano stati capaci di fare buon uso della propria autonomia è un’altra storia. Se la politica non può ingerire nella giustizia, la giustizia non dovrebbe potersi ingerire nella politica (salva la politica giudiziaria ovviamente). Mi pare scontato.
Difatti, ad esempio, il Costituente vede con sfavore il magistrato-politico, tanto che l’art. 98, comma 2, della Carta arriva a prevedere che
Si possono con legge stabilire limitazioni al diritto d’iscriversi ai partiti politici per i magistrati...
La ragione dovrebbe essere evidente. Il giudice deve essere, ma anche apparire, neutrale. Il magistrato è un pubblico funzionario scelto attraverso un concorso, privo di qualsiasi responsabilità politica. È chiaro che ognuno di noi ha le sue opinioni politiche, ma le deve tenere per sé, non può manifestarle, in nome di una malintesa libertà di pensiero. Se, viceversa, un giudice dichiara liberamente il proprio orientamento politico, addirittura si organizza in una forma associata, chiedendo, nel contempo l’assoluta indipendenza, diventa un soggetto che, nell’esercizio della sua funzione, non è credibile, perché legittima il sospetto che i suoi provvedimenti abbiano uno scopo politico. Si tratta di questioni talmente elementari, che le capisce anche uno studente di prima liceo.
Ed allora veniamo alla presentazione di questa corrente. Ho scartabellato un po’ nel loro sito Internet. C’è anche una breve e piuttosto generica storia della corrente. Più interessante è il loro primo manifesto elettorale, interessante non tanto per i programmi, che sono sicuramente legittimi trattando essi di problemi giudiziari, ma per l’analisi ed il linguaggio utilizzato, che, visti con gli occhi di oggi, sono assolutamente esilaranti.
Così, ad esempio, si esordisce dicendo:
Occorre anche rendere esplicito il fondamento ideologico degli obiettivi che l'associazione propugna. In altre parole occorre inserire codesti obiettivi in un'organica concezione della società e dello Stato, nella quale il loro soddisfacimento si inquadri come un imprescindibile momento della sua realizzazione; occorre fornirne una motivata e compiuta espressione e rendere capillarmente edotta la collettività in cui il movimento si trova ad operare.
Non chiedetemi cosa significa… Ed ancora:
Tenendo presente che l'esegesi di quest'ultima non deve mai prescindere da quel significato politico cui abbiamo ancorati i fondamenti ideologici del movimento, e al di fuori del quale le strutture giuridiche volute dal Costituente perdono qualsivoglia valore, soggiacendo la loro attuazione alla valutazione discrezionale della forza politica dominante.
Provo a tradurre: siamo rossi e vogliamo abbattere finalmente la sovrastruttura capitalistica. Proseguiamo:
Ne discende la necessità della più ampia e profonda democratizzazione dell'esercizio della funzione, affinché la sovranità popolare sia posta sempre in grado di esercitare il suo controllo, e affinché si impedisca al magistrato di sentirsi avulso dal corpo sociale, chiuso nella torre eburnea di un esclusivo tecnicismo, o, peggio ancora, posto al di sopra del corpo sociale stesso, quale facente parte di una casta depositarla di un potere a sé stante.
Questa l’ho capita anch’io. Ve la traduco: tutto il potere ai soviet!
Scopro anche che i fondamenti del nostro perverso e corporativo sistema di avanzamento economico lo dobbiamo proprio ai colleghi di MD. Difatti, nel famoso documento si dice
Implicita, nelle premesse suesposte, la completa estromissione dall'ordinamento giudiziario del concetto di carriera, la cui pratica regolamentazione si è appalesata la vera quadratura del circolo dell'organizzazione giudiziaria. In effetti il concetto carriera, mutuato dall'organizzazione amministrativa, è inscindibilmente connesso alla attuale struttura burocratico-gerarchica della magistratura. Essa, pertanto, non potrà essere eliminata sino a quando sarà conservata detta struttura; mentre l'eversione di quest'ultima comporterà automaticamente il travolgimento della prima.
Grandioso! Infatti, adesso che, con esattamente 28 anni di anzianità, tutti, dico tutti, vengono pagati come un Presidente di Cassazione - a prescindere dall’impegno, dalla capacità e dalla quantità e qualità del lavoro svolto - adesso sì che i magistrati sono efficienti e la giustizia funziona! Inoltre, abbiamo travolto la sovrastruttura burocratica… ed avanziamo retti verso la sovranita' popolare!
Certo, questo è un documento del 1964. Nel frattempo sono passati 45 anni. Il dramma è che questi colleghi magari hanno cambiato linguaggio, ma continuano a ragionare così…
Prendiamo gli scopi di MD, scaricati sempre dal loro sito internet. Ai punti 2 e 3 si dice
2. la protezione delle differenze tra gli esseri umani e dei diritti delle minoranze, specialmente dei diritti degli immigrati e dei meno abbienti, in una prospettiva di emancipazione sociale dei più deboli;
3. il sostegno all'integrazione comunitaria europea, in vista della creazione di una unione politica europea preoccupata della giustizia sociale;
Bene, son contento. C’è qualcuno che ha il coraggio di dire che è contrario a questi scopi? Ma, la domanda è un’altra. Parafrasando qualcuno, “che c’azzeccano questi scopi con la giustizia”? Non si tratta di scopi tipici di un movimento politico?
Quest’anno, a Modena, si è tenuto il congresso di MD. Sul sito è pubblicata la mozione finale. Non siamo più nel 1964, siamo nel 2009. Vi propongo alcuni tra i più divertenti passaggi.
Si deve reagire alla profonda trasformazione del sentire sociale del Paese, ed al senso di inevitabilità della perdita dei diritti che a volte sembra paralizzare ogni resistenza, ogni opposizione: Magistratura democratica deve essere uno dei motori di questa reazione, riproponendo il proprio ruolo e la propria idea di giurisdizione, che con l'efficienza del servizio vuole coniugare il contenuto di una giurisprudenza che affermi garanzie anche quando esistano maggioranze che richiedono la sanzione esemplare, e diritti e tutele contro l'illusione, rivelatasi tragicamente fallace, che possa essere il libero mercato a trovare gli equilibri ed a garantire lo sviluppo, oppure contro lo Stato che voglia prepotentemente sostituirsi alle scelte dell'individuo, rivendicando a sè il primato etico sulla libertà della persona.
Capito? Vuoi vedere che BS, GT, MD e la mia modesta persona di aspirante premio Nobel, sono perfettamente d’accordo su come gestire l’economia? Mi sa che chiederò a qualche collega di MD di redimere i nostri professori amerikani, spiegargli come gira il mondo e riportarli sulla retta via. Infatti, si dice:
8, Occorre proseguire in questa direzione concentrando l'azione sui temi più scottanti e sensibili: il diritto dell'economia, a fronte di una crisi che sconfessa ogni fiducia illimitata nella capacità del mercato di fornire a tutti garanzie ed opportunità;
Attendo lumi dagli illustri economisti di MD. Anzi, già che ci sono, propongo un aumento dello stipendio dei magistrati così aumenta la domanda e l’economia torna a crescere!
Una valida proposta economica elaborata da MD potrebbe essere questa:
E' imprescindibile un intervento riformatore serio sul sistema italiano di welfare, efficace ed equo e capace di realizzare forme di inclusione attiva di tutti i lavoratori, indipendentemente dalla forma contrattuale del rapporto, auspicando l'introduzione di forme di tutela universalistica dei "minimi vitali", funzionale ad evitare che consistenti fasce di popolazione scivolino verso la povertà e la compromissione dei diritti di cittadinanza, civili, politici e sociali.
Traduco: Basta con il precariato che toglie un futuro ai giovani! Questa mi pare di averla già sentita da qualche parte. Non so dove, ma non ad un convegno di magistrati…
Già che ci sono ho anche un altro suggerimento per combattere la disoccupazione. Mandiamo la gente in pensione appena compiuti 45 anni (di età si intende), così si creano posti di lavoro. Semplice no?
Apoteosi finale:
Per questo, anche oggi, e soprattutto oggi, c'è ancora bisogno di Magistratura democratica, e c'è bisogno di più Magistratura democratica.
Hasta la victoria siempre! Intonazione dell’Internazionale e, a seguire, di Bandiera rossa.
Sta di fatto che MD è l’unica corrente della magistratura che ostenta una colorazione politica. Si arriva al punto che, nella rassegna stampa consultabile sul sito, non fanno alcun mistero di essa, anzi, paiono esserne sostanzialmente orgogliosi, tanto che inseriscono articoli intitolati L'Impegno delle "Toghe rosse": "difenderemo la Carta", Md, sfida delle toghe di sinistra: "Sì al confronto con il governo", Fronda tra le toghe di sinistra: «Md partecipa alla spartizione dei posti».
Sono convinto da sempre che MD, con la sua dichiarata connotazione politica, abbia causato dei danni enormi all’immagine ed alla credibilitá della magistratura. Grazie anche ad MD, la politica può nascondere le proprie magagne e, anziché difendersi nel merito, sostenere che l’azione della magistratura è dettata da scopi politici nemmeno tanto reconditi. Come, del resto, sta facendo BS.
Conosco tanti colleghi iscritti a questa corrente. Ve ne sono alcuni che “ragionano” esattamente come Ferrero. Mi ricordo uno di essi che, durante un’assemblea di magistrati, dopo aver rivendicato la “gloriosa” storia della corrente sbraitava che Violante “non è di sinistra”. Molti di loro mi divertono tantissimo, scrivono delle cose degne dei migliori autori di Zelig e continuano a prendersi terribilmente sul serio. Ma, in MD, ci sono anche dei magistrati fuori dal comune per impegno, capacità, lucida intelligenza, ed anche raffinata cultura. Proprio per questo non capisco come mai essi non si rendano conto che un magistrato dovrebbe apparire a-politico.
L’assenza di qualsiasi dubbio sul punto è tale che, dopo un attacco personale di Gasparri contro la Gandus, MD emette un comunicato intitolato “L’orgoglio di appartenere a magistratura democratica”. Leggetelo. Non uso alcun aggettivo per commentarlo. I colleghi di MD non vengono nemmeno sfiorati dal dubbio che un giudice che appartiene ad un’organizzazione che è dichiaratamente di parte politica avversa a quella di BS possa non apparire imparziale. Il ragionamento che fanno è questo: “E’ vero che la collega Gandus è dichiaratamente di sinistra e contro questo governo, ma qui doveva solo giudicare un fatto commesso dal presidente di questo governo e su questo sarebbe stata assolutamente imparziale”. “Sarebbe stata” imparziale, senza dubbio; ma “appariva” tale? No. E questo e' il punto. L’apparenza in questo caso, conta! (E inganna, ma questa e' un’altra storia).
BS dice che è come se il derby di Milano lo avesse arbitrato Morinho. L’esempio, in sé, non è calzante al cento per cento poiché la Gandus, non appartiene all’avversario politico, ne è solo un dichiarato tifoso. Tuttavia, l’esempio esprime un concetto purtroppo assolutamente incontestabile. Facciamo che il derby lo abbia diretto Elio (quello delle Storie Tese). Elio e' persona proba ed onesta. Ma a un rigore, magari un po’ dubbio, concesso contro il Milan, cosa penserebbe il pubblico? I tifosi della curva milanista? Potrebbe quell’arbitro dire, “E’ vero, io sono un noto interista, ma come vi permettete a pensare di ricusarmi? Come vi permettete di mettere in dubbio la mia assoluta neutralita’”?
Noi - tutti: me compreso - ci scandalizziamo per il “lodo Alfano”, ma, se ci mettiamo nei panni di BS, è proprio così inconcepibile che non si fidi? Può BS, legittimamente, non fidarsi e non ritenere imparziale un giudice che non fa mistero della sua parzialità politica? Vorreste voi che il derby di Milano lo arbitrasse Alberto?
Continuo a pensare che il problema più urgente sia recidere il legame fra il magistrato e il territorio, per esempio prevedendo rotazioni decennali e l'impossibilità di esercitare nella provincia in cui si è nati e cresciuti.
E' solo un pregiudizio il mio, l'esperienza diretta è pari a zero, ma non riesco a pensare che la fede politica possa esercitare influenze negative e forti nel corpo della magistratura; familismo e contiguità con le élites locali, invece, in Italia sono forze irresistibili. Se n'era già parlato anche su nFA, se ben ricordo.
Solo per curiosità, infine: cosa si dice sui siti e gli statuti delle "correnti moderate" cui fai riferimento? Se il minimo comune denominatore di queste persone non è politico (come tu sembri implicare), qual è?
ció é indubbiamente vero. Ma dipende molto dal contesto sociale in generale. In Alto Adige, ad esempio, questo tipo di situazione sarebbe particolarmente grave visto che non puó venire nessun giudice da fuori e quelli assunti sono tutti nati e cresciuti qui, e, tuttavia, ti posso garantire, che non ci sono sospetti di familismo e contiguitá con le leites politiche locali.
Ogni corrente ha le sue caratteristiche. Faccio un esempio: Magistratura Indipendente ha una dimensione piú, per cosí dire, corporativa o sindacale che dir si voglia, concentrata sull´assenza di risorse, sul fatto che, per molti giudici il carico di lavoro é di fatto, insostenibile e, last but not least,sulla richiesta di aumentare i nostri stipendi. Il Movimento per la giustizia rivendica la lotta al correntismo una ricerca di una maggiore efficienza del sistema. Ripudiano espressamente qualsiasi "collateralismo" politico, poi peró sono alleati di MD in diverse elezioni per il CSM o per le giunte locali dell´ANM. L´altra corrente, UNICOST, si presenta qui
La mia opinione e' diversa. Dai tempi della dieta di Roncaglia se non ab urbe condita la giustizia in Italia e' amministrata piu' che in altri Paesi secondo criteri politici. L'uso storico del latino, dell'italiano e infine del burocratese, tutte lingue non parlate e non comprese dalla maggioranza dei sudditi, sono indicativi di un cultura fortemente inclinata all'abuso dell'amministrazione della legge per scopi politici e/o di potere. Lo storico Marc Bloch come ho gia' scritto sottolinea il legame tra amministrazione della giustizia in latino e distorsione della legge a favore del potere nell'Europa medievale.
Riguardo a MD, visto il contenuto dei documenti esposti e l'appartenenza alla sinistra massimalista di tradizione italiana, c'e' da aspettarsi proprio un programmatico abuso della giustizia secondo scopi politici. Tra l'altro in un Paese come l'Italia, caratterizzato da leggi draconiane e illegalita' diffusa, e' facilissimo amministrare la giustizia in maniera iniqua ma in maniera irreprensibile: e' sufficiente scegliere opportunamente a quali delle innumerevoli notizie di reato dedicare l'attivita' investigativa, perquisizioni, arresti, e cosi' via.
Domanda per Axel: per prevenire l'ipotesi di accanimento giudiziario selettivo, molti sistemi giudiziari prevedono l'inutilizzabilita' di prove casualmente reperite in un'indagine per un reato x, come prova per un reato y che sia indipendente dalla notizia di reato x che ha avviato l'indagine. Qual e' la situazione italiana?
Credo che uno studio comparato a livello europeo in particolare sulle sentenze della magistratura del lavoro potrebbe documentare adeguatamente il livello di distorsione politica nell'amministrazione della giustizia in Italia rispetto agli altri Paesi.
Leggendo l'articolo ho tovato interessante l'antitesi pirandelliana,è vero se a fischiare un rigore al derbi fosse Elio Essendo lui tifoso ci sarebbe da eccepire,mentre quando Alberto fisschia il rigore a fovore del milan io non sospettarlo di essere tifoso,giusto,la garanzia è il rigore a fovore del milan.
Se poi Alberto che possiede la moviola con qualche artefizio riesce a dimodtrare che Elio i Rigori li fischia a centrocampo il goco è fatto,e sarà più facile contestare il giudizio di Elio,è talmente evidente che approfitta della sua posizione.
Ora io un'idea l'avrei per giudicare BS,visto che effettivamente non è possibile essere imparziali nei suoi confronti,considererei definita la sentenza quando lui stesso medesimo giura sui suoi figli,in particolare quelli di Veronica li non dovrebbe esserci appello è Assoluzione piena,e poi non si vorrà ritenere più grave pedofilire una bimba di 17 anni rispetto al giuramneto sulla testa dei propri figli.Solo una campagna ordita dai comunisti può arrivare a tanto con tanta efferatezza,arrivando persino ad irretire Veronica che ne chiede la separazione,quanti danni questi comunisti,ma per fortuna il paese resiste e lui diventa sempre più forte,una vittoria MORALE!